RESISTENZE

Performance di Marina Arienzale per OAP (OpenArt Project) presso l’ex complesso carcerario delle Murate (Firenze).

A cura di Andres Morte e Cristina Caprioli.
Durata: 1h e 15
con: Marina Arienzale, Giulio Biancalani, Cristina Caprioli, Sara Fallani.

foto: Serena Gallorini, Spencer Sisselman.

video: Marco Lanza, Serena Di Pietro.

Due persone dal cortile percorrono il tragitto fino alla fonte della piazza per recuperare l'acqua, una donna è con me e mi lava.

Come in un rito collettivo tutti sono invitati a lavarmi.

 

In questo caso, l'azione si svolge all’interno di un cortile triangolare dell’ex complesso carcerario (ora d'aria), completamente circondato dalle mura delle celle; dall’interno oltre alle mura si può vedere soltanto il cielo. Luogo perfetto, in quanto questo per molti aspetti rispetta le regole simboliche delle architetture sacre. Già dalla porta si può intravedere il mio corpo in lontananza, ho stampati dei tatuaggi di disegni recuperati all'interno delle celle (principalmente immagini femminili).

 

Collezione
Casa Masaccio Arte Contemporanea, San Giovanni Valdarno. (IT)

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Two people from the courtyard encompass the distance up to the fountain of the square to collect water, a woman is beside me and washes me.

As in a collective ritual anyone is invited to wash me.

 

In this case, the action takes place inside a triangular shaped courtyard of the ex-prison (yard time), completely surrounded by the walls of the cells; from the inside, apart from the walls, one can only see the sky. A perfect place, as this environment fulfills the symbolic rules of the sacred architectures. From the entrance one can notice my body in the distance, I have tattoos printed on my body - drawings recovered inside the cells (mainly images of women).

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HO SEMPRE PENSATO CHE DIO FOSSE DONNA

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A BIGGER SPLASH